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Dichiarazione di successione tardiva e agevolazione prima casa - Nuova interpretazione

Abbiamo già parlato della problematica in due occasioni (qui e qui).

Fa piacere segnalare un’altra - e credo più corretta - interpretazione fornita dall'Autorità Giudiziaria.

Si tratta dell’inedita CTP Caserta 23 marzo 2023, n. 1230/2023, nella quale il Giudice, in relazione ad una medesima problematica, ha deciso nel senso che non è vietato chiedere l’agevolazione prima casa in una dichiarazione di successione presentata tardivamente.

 

Naturalmente, i requisiti per la richiesta dell’agevolazione prima casa devono sussistere al momento della morte (in quanto l’acquisto ereditario è retroattivo, ex art. 459 c.c.). È però possibile che il requisito della residenza intervenga entro diciotto mesi dalla data dell’acquisto. In particolare, il contribuente può chiedere l’agevolazione prima casa anche qualora non abbia la residenza nel Comune in cui si trovi l’immobile agevolando, impegnandosi a trasferirla nel detto Comune entro diciotto mesi.

 

Va quindi analizzato il caso in cui il contribuente non sia residente nel Comune dove si trova l’immobile agevolando, al momento della morte.

In questo caso:

a) l’agevolazione sussiste se il contribuente - non residente al momento della morte e non residente al momento della presentazione della dichiarazione di successione - presenta la dichiarazione di successione entro diciotto mesi dalla morte, con l’impegno a trasferire la residenza nel Comune dove si trova l’immobile, entro diciotto mesi (sempre decorrenti dalla morte);

b) l’agevolazione sussiste se il contribuente - non residente al momento della morte ma residente al momento della presentazione della dichiarazione di successione - presenta la dichiarazione di successione entro diciotto mesi dalla morte, con l’impegno a trasferire la residenza nel Comune dove si trova l’immobile, entro diciotto mesi (sempre decorrenti dalla morte), specificando però di aver già ottemperato al trasferimento nei termini di legge;

c) l’agevolazione sussiste se il contribuente - non residente al momento della morte e non residente al momento della presentazione della dichiarazione di successione ma già residente nel Comune, nei diciotto mesi dalla morte stessa - presenta la dichiarazione di successione dopo i diciotto mesi dalla morte, con l’impegno a trasferire la residenza nel Comune dove si trova l’immobile, entro diciotto mesi (sempre decorrenti dalla morte), specificando però di aver già ottemperato al trasferimento nei termini di legge.

 

Il caso di cui alla lettera c) può apparire più controverso o più artificioso ma in realtà rispecchia una possibile situazione fattuale che, comunemente, capita negli eventi luttuosi familiare. Si pensi al contribuente in affitto che, dopo la morte di un genitore, trasferisce la residenza nella casa per la quale poi chiederà l’agevolazione prima casa, per un certo periodo, e poi di nuovo cambi la propria residenza. Se il cambio di residenza nel Comune in cui si trova l’immobile agevolando è avvenuto nei diciotto mesi dalla morte, nessuna regola vieta di chiedere l’agevolazione prima casa, per quel che è stata una dinamica fattuale che ha determinato il concretizzarsi di tutti i requisiti previsti dalla legge (artt. 69 L. 342/2000 e Nota II-bis all’art. 1 TARIFFA Parte Prima D.P.R. 131/1986).

 

La risoluzione di ogni altro problema nuovo dovrebbe sempre partire dalla premessa che il momento cui fare riferimento per il rispetto dei requisiti dell’agevolazione è l’apertura della successione, in dipendenza della retroattività degli acquisti successori (a titolo universale, quale erede, ex art. 459 c.c., ovvero a titolo particolare, quale legatario, ex art. 649 c.c.).

 

Aggiornato il 2 aprile 2023